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20 posti di terapia intensiva, macchinari e progetti post Covid

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Sono alcuni dei primi interventi che Fondazione Spedali Civili ha potuto fare grazie ai 4 milioni e mezzo di donazioni fino ad ora raccolti

L’emergenza legata al Covid 19 non è purtroppo ancora finita, anche se, grazie alle molte misure adottate, i numeri si sono drasticamente ridimensionati. Brescia resta ancora una delle città che ha pagato e sta pagando uno dei più pesanti tributi a questa pandemia. Per questa ragione, lo scorso 9 marzo, Fondazione Spedali Civili ha lanciato una raccolta fondi che ad oggi, perché i contributi piccoli e grandi continuano ad arrivare, ha raggiunto la cifra di 4 milioni e mezzo di euro.

Una somma che ci ha permesso di realizzare numerosi interventi tutti ugualmente importanti e significativi. Nell’immediatezza della fase più critica abbiamo finanziato la realizzazione di 20 posti di terapia intensiva, in 3 diversi reparti degli Spedali Civili. Sono state acquistate una serie di apparecchiature: 1 centrifuga per il laboratorio di diagnostica ospedaliera; 2 dermoscopi che consentono di visualizzare su schermo la pelle del paziente mantenendo la giusta distanza di sicurezza anti-covid; e per l’ospedale di Montichiari: 1 cappa a flusso laminare per il laboratorio di analisi, 2 monitor, 5 pulsossimetri, 1 sonda cardiologica, 500 maschere respiratorie.

Poiché le recenti evidenze scientifiche hanno mostrato come il Covid 19 abbia un impatto anche sull’apparato cardiovascolare (7% di pazienti affetti da cardiopalmo e 44% da aritmie) Fondazione Spedali Civili sosterrà le spese per un follow up con un esame Holter 24 ore. L’accertamento consentirà di valutare fenomeni di aritmie, la presenza di apnee notturne e di approfondire il profilo pressorio. Inizialmente interesserà i pazienti cardiologici e sarà, poi, esteso a tutti i pazienti Covid dimessi dall’ospedale Civile.

Con la dimissione dei primi pazienti guariti è stato necessario garantire che non fossero veicolo di infezione, anche con la propria biancheria. Per questo la Fondazione ha commissionato la realizzazione di oltre 1000 Kit monuso (lenzuola, federe, salviette, mascherine, teli) che sono stati consegnati al momento della dimissione o all’ingresso nel «Centro Paolo VI», per i pauci sintomatici che non potevano fare rientro a casa.

Molti dei medici e degli infermieri che hanno lavorato senza sosta per intere settimane non potevano, o perché lontani o per salvaguardare i propri congiunti da possibili contagi, rientrare nelle proprie abitazioni. La Fondazione ha così sostenuto i costi di circa 520 pernottamenti e, in favore di tutti i dipendenti, per i mesi di marzo e aprile ha coperto le spese di mensa e parcheggio che sono state rimborsate in busta paga. Un gesto concreto, il cui valore economico è di 250.000 euro, per rigraziarli del costante lavoro svolto nelle fasi più critiche della pandemia.

La situazione di grave emergenza sanitaria di questi mesi può avere effetti, anche persistenti nel tempo, dal punto di vista psicologico e talvolta psichiatrico. Gli impatti psicologici maggiori riguardano, oltre che gli operatori sanitari impegnati in prima linea, persone con disturbi psichiatrici. Gli psicologi dei Cps (Centro Psico-sociale) 1, 2, 3, 4 stanno predisponendo, in collaborazione con l’Unità operativa Psicologia clinica e del benessere psicologico, un servizio di Help Line. L’intervento consterà di un primo triage con un contatto telefonico. La consulenza può durare fino a 3 contatti di sostegno. Dopo il triage possono essere strutturati colloqui psicologici e/o trattamenti farmacologici con invio al medico di medicina generale o allo specialista psichiatra del Cps o, in caso di gravi reazioni peritraumatiche, l’immediato invio alla valutazione specialistica. Verranno reclutati 3 psicologici/psicoterapeuti con un impegno di 25 ore settimanali per un tempo stimato di due anni e l’intero costo del progetto sarà finanziato dalla Fondazione.

La quantità e frequenza di ricoveri nelle terapie intensive dell’Ospedale Civile ha messo in evidenza come sia importante poter accedere in tempo reale ai dati clinici dei pazienti. Per questa ragione è allo studio un progetto, che verrà sostenuto dalla Fondazione, per la realizzazione della cartella sanitaria elettronica per questi reparti.

La fenomenologia e casistica dell’infezione Covid come si è manifestata in Lombardia, particolarmente nelle province di Brescia e Bergamo, ha destato notevole interesse da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. E’ stato predisposto dall’Ospedale Civile, dall’Università degli Studi di Brescia e dall’Ospedale Besta di Milano un progetto denominato Brescia Hub per lo studio dei dati e la loro messa a disposizione su di una piattaforma web, la cui realizzazione sarà finanziata dalla Fondazione.

Infine, il Coronavirus impone nuove regole di comportamento ed è fondamentale la maggior diffusione possibile delle buone pratiche che ogni cittadino deve adottare per evitare la diffusione del contagio.

Per questo abbiamo deciso di supportare economicamente una campagna di comunicazione che verrà diffusa negli ambulatori, saranno, inoltre realizzati 6 videoclip per diffondere i corretti comportamenti su come vivere al tempo del coronavirus per minimizzare i rischi per sè e per gli altri.