«Queste fotografie, scattate da un medico, sono un messaggio di vicinanza a tutti i sanitari e per questo abbiamo sostenuto questo progetto», ha detto Marta Nocivelli, presidente di Fondazione Spedali Civili
Esprimersi con gli occhi, quando ogni altra parte del corpo è coperta da tute, mascherine, visiere che non consentono di comunicare se non attraverso uno sguardo. Proprio negli sguardi dei tanti infermieri, medici, operatori che si sono prodigati senza sosta nei mesi più duri dell’epidemia di Covid-19, è racchiusa l’essenza del ‘prendersi cura’. Una sola inquadratura moltiplicata per i volti di tanti operatori sanitari … 16 scatti, dove a parlare sono le espressioni degli occhi, più eloquenti di molte parole.
«Sono stati mesi molto difficili, che hanno segnato e cambiato le persone. Ci siamo accorti di quanto fosse importante la nostra presenza per i malati, isolati e che non potevano parlare con nessuno … spesso sedati, intubati o con ventilatori meccanici – ricorda Giuseppe Milesi, cardiologo dell’Asst Spedali Civili e per passione fotografo -e da questo è nata la richiesta ai miei colleghi di guardare nell’obiettivo pensando ai pazienti di cui si prendevano cura».
La mostra, esposta nella Galleria dei Quadri degli Spedali Civili in occasione delle festività natalizie, è stata allestita grazie al contributo di Fondazione Spedali Civili. «La Fondazione ha lo scopo di raccogliere fondi per realizzare progetti che garantiscano un’assistenza sanitaria di eccellenza e migliorino il livello delle cure dedicate ai pazienti, facendo da tramite tra la generosità dei cittadini e l’Asst Spedali Civili – ricorda la presidente della Fondazione, Marta Nocivelli -. In questo difficile momento storico la Fondazione vuole testimoniare attraverso la presentazione di questi scatti un messaggio di vicinanza a tutti gli operatori che si impegnano quotidianamente per la salute della collettività. Perciò abbiamo scelto di sostenere questo progetto artistico: lo sguardo dei professionisti, attraverso quello di un collega».
«L’assistenza ai malati di Covid è sempre filtrata da ‘schermi’ che proteggono l’operatore, ma che rischiano di ridurre il gesto di cura al semplice gesto tecnico. Sappiamo bene che l’assistenza ai malati è molto di più: è, prima di tutto, un rapporto tra due esseri umani – sottolinea il direttore generale, Massimo Lombardo -. L’umanità e la forza dei professionisti che lavorano nell’Asst Spedali Civili è raccontato dalla loro capacità di trasmettere ai pazienti la forza per andare avanti attraverso lo sguardo: operatori, medici e infermieri, che coperti da tute, mascherine ed occhiali lasciavano solo agli occhi la comunicazione dei più intimi sentimenti».
Il progetto del dottor Milesi ha riscosso l’attenzione della Fiaf (Federazione italiana associazioni fotografiche) che ha pubblicato gli scatti online: entreranno a far parte di una mostra e un libro, che saranno presentati al congresso nazionale nel giugno del prossimo anno.