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Scala 4.0: tempi record per la realizzazione

Marta Nocivelli, presidente di Fondazione Spedali Civili: «Una ristrutturazione possibile grazie alla generosità di migliaia di persone, all’impegno della Fondazione, alla disponibilità di un gruppo di professionisti bresciani, uomini di buona volontà, che hanno donato le proprie competenze e hanno costituito la Cooperativa “Per Brescia”»

Sei piani ristrutturati per un totale di 5.100 metri quadrati. 80 persone che hanno lavorato 6 giorni su 7, nel primo mese in doppi turni giornalieri (dalle 8 alle 16 e dalle 16 alle 24), e che anche durante il periodo di Natale hanno rispettato questa tabella di marcia, grazie alla presenza di operai ortodossi e islamici. E’ così che in pochi mesi è stato possibile creare un ospedale nell’ospedale.

«Nei sei piani di Scala 4.0 sono garantite tutte le specialità e ogni paziente colpito da Covid-19 può contare su livelli progressivi di intensità di cura – sottolinea Marta Nocivelli, presidente di Fondazione Spedali Civili -. E’ l’esempio concreto di cosa sia stato possibile realizzare con il finanziamento di Fondazione Spedali Civili grazie alle donazioni di migliaia di persone». Con i 2 milioni e 300mila euro di previsione iniziale, saliti a 2 milioni e 500mila a consuntivo, si tratta senza dubbio del progetto economicamente più significativo e impegnativo tra i tanti, tutti meritevoli, realizzati per affrontare la pandemia a Brescia.

E se sono state installate, ad esempio, 60 unità di trattamento dell’aria per garantirne il corretto ricambio, 710 prese per gas medicali e 400 rilevatori di fumo, quello che fa di Scala 4.0 una ristrutturazione unica nel suo genere è anche ciò che non si vede. 6 chilometri di tubazioni per gas medicali, 21 chilometri di cavi e 350 punti dedicati alla rete dati, 1.500 metri di cavi per l’impianto di rilevazione fumi, 15 chilometri di cavi elettrici. Installazioni che rendono possibile l’assistenza ai pazienti anche da remoto così da avere sotto controllo ogni letto in qualsiasi momento.

Dei 170 posti totali di degenza, 4 sono stati attrezzati per pazienti che necessitano di dialisi e 12 sono stati adeguati così da diventare postazioni di terapia intensiva, che vanno ad aggiungersi a quelle già esistenti, 20 delle quali, in tre diversi reparti degli Spedali Civili, erano già state finanziate dalla Fondazione nel periodo più critico dell’emergenza pandemica. «Non credo che in Italia sia mai stata fatta un’operazione simile – aggiunge Marta Nocivelli -, un ospedale multispecialistico interamente dedicato a pazienti Covid, realizzato in pochi mesi grazie ad un progetto che ha visto coinvolta la popolazione, attraverso le donazioni, la Fondazione e un gruppo di professionisti impegnati gratuitamente, tra i quali l’avvocato Andrea Zaglio, la professore Stefania Vasta, il dottor Fabrizio Spassini e l’ingegner Giancarlo Faroni. Insieme si sono uniti nella Cooperativa “Per Brescia’ e, facendo ricorso all’articolo 20 “Opera pubblica realizzata a spese del privato” del codice degli appalti, hanno dato concretezza al progetto di dotare gli Spedali Civili di un Centro Covid-19».

La Cooperativa, con puro spirito di liberalità e solidarietà e l’obiettivo di sostenere l’impegno dell’Asst Spedali Civili nella lotta all’epidemia da Covid-19, si è assunta l’impegno di realizzare, grazie al finanziamento di Fondazione Spedali Civili, senza alcun corrispettivo o altra utilità di qualsivoglia natura, l’intera opera. «Lo spirito che ci ha mosso – sottolinea Fabrizio Spassini, presidente della cooperativa “Per Brescia” – è stato unicamento quello di dare una risposta alla necessità di fronteggiare l’emergenza sanitaria. In poco tempo si è così passati da un’idea alla predisposizione del progetto esecutivo, alla selezione delle imprese e all’esecuzione dei lavori. Una corsa contro il tempo, un lavoro intenso, un risultato, all’inizio forse impensabile, che oggi è concreto e che rende tutti noi molto orgogliosi di aver contribuito ad alleviare le sofferenze di tante persone».